Il futuro è femmina. L’imprenditoria artigianale di Waxmore, creatività sartoriale di madre in figlia

Apriamo il 2021 con una lacrima di mondo, versata dalla gioia e non dalla tristezza. Una bolla deformante le prospettive dalla quale è possibile osservare come la vita silenziosa e sotterranea scorre e si muove, radice della civiltà, lontana dagli stenti di una parte di circo che del troppo ha fatto una bandiera e non una conquista. Una parte di quel mondo che ogni giorno è chiamato in prima persona a rispondere delle proprie scelte, in balia di tempeste molto più alte e sfrenate di quanto si possa immaginare. Il vessillo della piccola media impresa, aggiungo artigianato, nelle mani di una mamma e di una figlia. Roba che si studia nei libri di Antropologia, nei corsi di laurea in Comunicazione.

Maria Cristina e Eléna

Il pendolo della sorte oscilla nella vita quotidiana di Maria Cristina Manca e sua figlia Eléna Fortuna che affrontate le contrapposte forze sovrannaturali come il rapporto genitrice/figlia e la differenza generazionale di linguaggi e percezioni affrontano la sfida di realizzare, handmade speaking, artigianato tessile, sartoriale e creativo dedicato al mondo dei professionisti della ristorazione.

Gestiscono Waxmore, brand incredibilmente moderno che già a pronunciarlo mi sembra di vivere nel medioevo. Un laboratorio di sartoria di precisione, dalla individuazione della linea di stile alla realizzazione di tutto ciò che un tessuto Wax può offrire al mondo della ristorazione.

Da Wikipedia: I tessuti Wax sono tessuti in cotone colorati, di produzione industriale, prodotti con una tecnica di tintura a riserva a cera ispirata al batik

A Firenze, in un uno spazio che -piaccia o non piaccia- deve diventare il simbolo della riqualificazione di zone urbane depresse, chiamato “le Murate” (Ex carcere della città, rimesso a nuovo con lo zampino del sempiterno Renzo Piano. ndr), che da anni è centro culturale di musica ed eventi e luogo di incontro di giovani, si trova la sede del Murate Idea Park di Cna, un’incubatrice di startup da cui tra l’altro nasce anche Genuino.0, il di cui ho parlato qui.

Proprio in questo luogo, nei suggestivi corridoi di quello che un tempo fu prigione per dissidenti ed oppositori politici ad un noto regime totalitario del novecento italiano, si trova il laboratorio di Maria Cristina, Elèna e i loro collaboratori.

La Stilistica Produzione

In un mondo sempre più omogeneo, sempre meno colorato e acceso, ogni tanto fa bene riuscire a vedere la vivacità di un rosso oppure l’eleganza di un blu marino, non solamente su degli schermi piatti, ai quali siamo oramai abituati, ma nei luoghi che più o meno frequentiamo quotidianamente o nei quali comunque abbiamo la nostra zona comfort, come per esempio i posti dove andiamo a mangiare.

Il flusso di lavoro è agevolato da uno shop online e dal servizio di personalizzazione completo per assecondare i desideri creativi degli chef o delle cheffe per il proprio camice, grembiule e tutti gli orpelli degni della divisa di cucina.

Una delle parti più difficili di questo progetto, ci spiega Maria, è l’unione tra bellezza/unicità e la comodità dei vestiti, dettaglio che può sembrare banale ma che non sempre lo è, scherzando ci dice

Provate voi a lavorare 10-12 ore con un vestito scomodo addosso

Il pensiero va subito alla canzone “Needles and Pins” dei Ramones
Maria Cristina intenta a pensare lo stile del capo professionale per qualche chef, è la stilista di Waxmore
Elena, under 30 che si occupa della comunicazione e del marketing di Waxmore
Altri magnifici Wax

Tra le varie cose che Waxmore si accolla c’è anche il laboratorio formativo per chi vuole imparare a cucire. Inoltre, Maria Cristina è stata inserita tra le 100 donne che cambieranno il mondo secondo “D” di Repubblica. A movimentare la promozione di questa attività, inoltre, c’è il blog con le interviste agli chef che Elèna cura in prima persona.

Non comunicare è impossibile

Con questo dunque apriamo il 2021 di Food Bohemien, non con il cibo, gli ingredienti o la visione di uno chef. Si tratta di una scelta forzata, ed anche no; come nel caso di quelle storie che devono essere raccontate data l’ora, l’aspetto e le necessità sconfinate (.cit).

Nel momento in cui una situazione sfuggita di mano, vedi Corona Virus cronache di gennaio, rischia di essere mietitrice della vita professionale e di conseguenza privata di una spina dorsale solida e, in molti casi, dritta. Ristoranti, bar, alberghi e un’intera galassia di intermezzi dietro le quinte sono al freddo, freddissimo, di un gennaio senza prospettive di riapertura e ripresa. Non potendo parlare di cibo (cosa si comunica ragazzi, di cosa vogliamo parlare?) allora parliamo di satelliti vitali che ruotano intorno a questo pazzo settore.

La storia di due anime legate dal patto di sangue della parentela di primo grado che ogni giorno lottano per portare avanti un’attività che è il frutto di una vita passata all’ombra del miraggio di veder realizzata la propria passione.


https://waxmore.it/

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