L'aria fresca del bosco culla un fiume irrefrenabile di pensieri e bramosia di vita che mi scorre dentro sotterraneo nell'estate delle necessità. Se è possibile non vorrei mai venire via. Nel mio ambiente preferito, verde, silensioso, lontano dal di più, fermo nel suo centro, radicato, radicale e istintivo, animale, brutale, schietto, diretto, ricco di odori e sottotracce. La pennellata d'aria di cui ho bisogno per sentirmi vivo più di mille suonerie personalizzate, sconti e scontistiche varie, nell'essere preda e predatore. E sotto l'esercito di guru e mental coach, indovini e falsi dei, teorie e parole vuote e inutili, il kharma della Lidl, i Buddah sopra i comodini, le 5 regole per avere una vita in equilibrio, la dieta fresca dell'estate, i talk show, lo schifo quotidiano, solo osservando gli alberi nel silenzio del bosco un coltello invisibile, dal filo teso e netto, recide il superfluo e lascia l'essenza. Guardare, pensare, respirare, esserci e sentire di esistere. Come un animale, come un'anima.