Una bottega piccola come uno scrigno, una noce preziosa in cui galleggiare in mezzo ad un mare di mediocrità che contorna l’Italia del 2020 e sopravvivere. Il Dolce Emporio, in Borgo San Frediano 128 R, rappresenta la contemporaneità che si sta assestando negli squarci della realtà causati dal Covid 19, atollo salvifico in un panorama avido di prodotti eccellenti.
Preservando l’atmosfera classica di una boutique di caramelle, il Dolce Emporio è un piccolo negozietto che racchiude eccellenze enogastronomiche da tutta Italia. Inoltre, è possibile sedere ad un tavolo ordinando un calice ed assaggiando qualche prodotto speciale.
Uno dei pochi posti a Firenze che mi ha ricordato l’eleganza dei caffè piemontesi, di fatti è proprio parto mentale di uno chef che è arrivato in città dal Piemonte. Fabio Barbaglini, executive chef del bistrot dello Student Hotel, già nelle cucine del Lago Maggiore, Fabio ha lavorato in diversi stellati internazionali, fino ad aprire il primo ristorante a 23 anni, il “Caffè Groppi” a Trecate (No), premiato con la stella Michelin nel 2004. Tra le esperienze più significative quella come capo partita all’Antica Osteria del Ponte a Cassinetta di Lugagnano (3 stelle Michelin), ristorante che riaprirà poi nel 2012 in qualità di chef-patron. La filosofia dietro il rilancio de “La Cassinetta” si può sintetizzare in “naturale concezione del gusto”, concetto che tornerà nelle successive esperienze come consulente nel campo della ristorazione italiana e internazionale. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nell’arco della carriera, come la stella Michelin del Mont Blanc Hotel Village di La Salle, nel 2011, e il premio per la migliore performance conferito più volte dalla Guida dell’Espresso. Nel 2017 l’approdo a Firenze, dove il progetto si sta ampliando dalla ristorazione alla selezione e vendita di prodotti di alto livello.
Filiere, amici parliamo di filiere
Al Dolce Emporio si trova una selezione di prodotti che vanno oltre la normale comprensione del gusto. Si rischia di sminuire un prodotto alimentare dicendo se è buono o no. Il gusto è soggettivo, così come il palato o le sensazioni derivanti da un’esperienza. Insomma il percorso dall’impianto di produzione alla vostra bocca è lunghissimo e, ad occhio e croce, direi che nel 99% di volte che ingurgitiamo qualche cosa non abbiamo la minima idea di chi lo abbia prodotto.
Insomma, un bel brand che è sintomo di qualità. O quasi. O non sempre. Insomma, non così spesso. Macro filiere produttive, automatiche e senza anima, gigantesche che fanno bene all’economia del paese.
Nel 99% di volte che ingurgitiamo qualche cosa non abbiamo la minima idea di chi lo abbia prodotto.
Ecco, nel quartiere più cool del mondo (Stime Lonely Planet 2017), trovate il Dolce Emporio che ha nella sua offerta una quantità gargantuesca di prodotti di aziende che fanno numeri discreti con un impianto di produzione non massivo.
Insomma immaginate che quelle immagini pulite e che vi fanno gola delle pubblicità ingannevoli che ci hanno tempestato il cervello per anni sono invece una vera e propria diapositiva veritiera nei confronti dei prodotti delle piccole realtà presenti nelle selezioni del Dolce Emporio.
Fiori di Spezie, firmata dallo stesso Barbaglini è una linea di prodotti.
Foie gras, caffè, biscotti, confetture e preparati dolci e salati, le cui ricette sono state studiate in sinergia con una rete di produttori di alto livello.
Foto di Gilberto Bertini, Alice Licari e Matteo Ciabini