Elli avea fatto di barba e bruschetta il suo grido di battaglia, nel quartiere in mutamento primo fra i primi fu a portare cambiamento, un uomo, un brand, un personaggio, un imprenditore serio e razionale, esperienza da mostrare. Jonny Bruschetta cambia e la sua offerta gastronomica si fa pangustosa, tra pinse, birre, cocktail e erba legale.
Ricordate l’epopea del Signore degli Anelli? Quando alla fine della “Compagnia dell’Anello” il buon Gandalf sprofonda nei meandri della miniera dei Nani? “Fuggite Sciocchi!”. Sparito, per il massimo dolore di Frodo, nell’oscurità più totale. Poi risorge e riappare, ammantato da una potente irradiazione di luce che segna il suo passaggio ad un livello successivo della sua spiritualità. Lo stregone grigio è diventato Gandalf Il Bianco. Più potente, più saggio, più liscio e con i capelli bianchissimi. Una metamorfosi, come il bruco che diventa farfalla, come dicevano i Litfiba sul finire della loro carriera degli anni 90 “é il mio corpo che cambia“. Anche Johnny Bruschetta, al secolo Daniele Martini, ha cambiato se stesso. Con coraggio e lungimiranza, da bravo imprenditore, ha deciso di ribrandizzarsi e cambiare la propria offerta.
Andiamo per ordine. What the fuck we are talking about? In breve, nel 2016 nell’allora affollatissima dal popolo della noche loca fiorentina via de’Macci, aprì il parto mentale di un imprenditore che decise di abbinare la sua appereance al proprio brand. Johnny Bruschetta, un locale molto carino con un focus specifico sulla bruschetta. In tutte le sue salse, forme e condimenti. Al metro oppure singola. Era l’inizio di un’avventura che dal bellissimo selciato di Sant’Ambrogio a Firenze avrebbe, in seguito portato Johnny a Londra per un temporary store. Johnny Bruschetta all around the world.
Si da il caso che all’epoca, 2016, facevo le interviste per FirenzeFuori e ne realizzai una, diversamente simpatica, al buon Johnny.
Quindi cosa è cambiato, ovvero la nuova vita di Johnny B.
Le bruschette non sono state eliminate dal menù. Anzi sono saldamente in carta con la rotazione stagionale, su disponibilità degli ingredienti.
Mi ricordo che all’inizio della sua avventura proponeva una bruschetta con lardo, miele e una spolverata di polvere di caffè che era la fine del mondo.
In carta arrivano le pinse.
La focaccia salata che Wikipedia definisce come di origine laziale. Incontrovertibile il fatto che tutti voi abbiate sentito dire “Pinsa Romana“. Leggera e croccante, con la sua etimologia latina a testimoniarne la discendenza dalle famigerate “popolazioni laziali”, che stendevano e/o tiravano (pinsare, appunto in latino) un impasto di cereali vari. Sinceramente, a costo di rischiare una captatatio malevolentiae, mi sorge il dubbio e uno scetticismo nei confronti di quelle specialità gastronomiche che diventano proprietà di un solo territorio. Se avete seguito la recente polemica, la Croazia e la Serbia si stanno scannando per aggiudicarsi la nazionalità di Nikola Tesla. Come ogni distretto vinicolo del nord Italia si qualifica come la prima zona vinicola a spumantizzare il vino. Anche classificare come esclusivamente laziale, una focaccia con un condimento sopra sinceramente mi sembra eccessivo. Ma, basta con le seghe mentali.
La pinsa di Johnny è differente con le sue 48 ore di lievitazione e un’idratazione dell’80% e una cottura a 350°. Il che rende la JohnnyPinsetta molto croccante e digeribile, sicuramente non pesante. Gli abbinamenti portano in tavola una materia prima gustosa e qualitativa con la stagionalità che fa ruotare il menù.

Oltre le pinse e le bruschette, nella carta di Johnny B. arrivano anche gli hamburger, in varie declinazioni. Inoltre il menù prevede anche una serie di scelte per chi non mangia carne e derivati animali. La star del fine pasto rimane comunque il Cheesecake homemade.
“In Italia non esiste il culto di mangiare bene al pub. Nonostante sia cresciuta la scelta di birre, ancora l’offerta gastronomica non è all’altezza. La mia idea è di realizzare qualcosa di simile ad un pub ma dove si possa anche mangiare bene.” Johnny B.

Anche l’occhio vuole la sua parte. Johnny B. è arredato con gusto e classe. Le luci soffuse, le carte da parati colorate, contribuiscono a realizzare un ambiente country urban design, molto contemporaneo, “alla milanese”; con quella vena artistica che rende Firenze una delle città più cool del mondo.

Procedendo à rebours arrivo all’ultimo punto da analizzare che è allo stesso tempo il primo che incontrate quando entrate da Johnny B. Il bancone con le spine, i cocktail alla birra e il panel dedicato all’erba legale made in Chianti.
Infatti, una delle carte vincenti della nuova vita di Johnny B(ruschetta) è la birra artigianale, alla spina o in bottiglia.
E insomma, Johnny, il coraggio non ti manca. Hai cambiato offerta e concetto, tenendo fede a quello che nel 2016 mi aveva colpito dalle tue parole, la ricerca della qualità per un’offerta semplice, informale ma comunque capace di tessere un’esperienza nei meandri dell’ippotalamo e la ghiandola pineale. Chapeau.