Inizia la Meat Revolution
Quante volte vi è capitato di parlare di cucina toscana e arrivare puntualmente, senza indugi a citare la world famous Bistecca alla Fiorentina?
Ecco, ora gurdatevi allo specchio, brutti cattivelli, e chiedetevi: esiste un’alternativa alla Fiorentina?
Ora vi verrà in mente l’Angus e vi sentirete dei gran fighi. Sarà per quel nome che tanto ricorda l’epopea Ac/Dc o che spicchi per il prezzo nei più variegati locali del mondo. Bene ora per spiazzarvi, anzi per citare l’attualità dei nostri giorni, per ‘farve er cucchiaio’, salutando Francesco Totti, vi butto sul piatto due costate d’eccezione la Tomohawk e la Nebraska.
Ma andiamo con calma.
Intanto iniziamo con una delle 5 W dell’informazione: WHERE.
Nel quartiere di Santa Maria Novella. A Firenze, dove sorge la Basilica e il Museo del ‘900, la stazione e l’infinito alveare di ristoranti cotti e mangiati a regime turistico, che con le insegne luminose ‘che attirano gli allocchi’ annebbiano la vista degli amanti delle architetture urbane e della quiete cromatica.
Tra i 14.000.000 di turisti (fonte Comune di Firenze) che ogni anno trovano rifugio in riva all’Arno tantissimi giungono per scoprire le bellezze artistiche e le prelibatezze enogastronomiche.
Ancora però non è un turismo di qualità, definito mordi e fuggi, che comporta un appiattimento della qualità dell’offerta. Anche se, come riporta l’amministrazione comunale, i dati parlano di un aumento del periodo di permanenza in città.
Aumentano i viaggiatori con più alta propensione alla spesa rispetto a quelli ‘mordi e fuggi’, con una spesa procapite per viaggio di 596,6 euro (+9,7% rispetto al 2015). Un dato legato alla crescita del turismo interno (+4,8%) e all’impennata del turismo europeo rispetto a quello extraeuropeo.
(Assessore al Turismo, Giovanni Bettarini il 20 gennaio 2017)
Nel quartiere di Santa Maria Novella, uno di quelli che più soffre la promiscuità con la stazione e quindi il flusso turistico massivo, stanno sorgendo anche attività che hanno intrinseche nella propria natura, l’intenzione di puntare l’offerta direttamente ai fiorentini.
E’ il caso del Ristorante Santa Maria Novella, via della Scala 8, di recente apertura, a due passi dalla Basilica e dai Lungarni.
A tinte crema e arredi moderni, oltre che una sala moderata nei coperti, il locale ospita anche un’area bar lounge per aperitivi e amenità del genere eventi con dj set annesso.
Al centro dell’offerta culinaria del ristorante si pone la carne con un’offerta inconsueta. Il ristorante è infatti uno dei pochi a portare la Nebraska e la Tomahawk a Firenze.
Inoltre, i gestori, hanno deciso di puntare sulla scelta di presentare menù specifici per la degustazione, con tanto di abbinamento vini.
I sei diversi menù presentano gusti decisi:
La Nebraska, una costata di manzo originaria dell’omonimo stato americano, particolarmente tenera e molto saporita, servita con antipasto di prosciutto iberico con cenci salati e coccio di pecorino di Pienza fuso.
Poi il Menù Tagliata con sbriciolona di Scarperia, burratina pugliese con scaglie di tartufo e Tagliata di manzo con insalata belga stufata e spuma di rucola.
Menù Tomahawk.
La bistecca Tomahawk porta questo curioso nome che riporta alla mente le grandi scorribande americane tra Indiani e Americani -Ovviamente sempre schierati dalla parte degli indiani- non ha torto. Infatti la forma ricorda l’ascia dei nativi americani.
In apertura del menù si trova una Tartare di manzo a punta di coltello che può essere condita all’italiana o all’orientale in salsa Teriyaki.
E naturalmente non poteva assolutamente mancare il Menù Toscanaccio con la superclassica Fiorentina di Chianina cotta al sangue, fagioli bianchi al fiasco e olio evo e un antipasto di affettati misti di Cinta senese e pecorini.
Il Santa Maria Novella propone anche un Menù vegetariano con soffiato di melanzane su una crema di olive taggiasche, hamburger di bietoline e tofu, pisellini in salsa di menta e chips viola, il colore della città. Non può mancare in questa preziosa e originale proposta il Menù di Pesce con Tataki di tonno su jiulienne di verdure e goccce di lamponi accompagnati da insalata belga stufata.
Da sottolineare anche la carta dei vini che presenta, tra le altre, una selezione delle etichette dell’azienda Paladin, originaria del veneto con produzioni anche in Lombardia e Toscana con il Chianti Classico. Dal Sauvignon Blanc ‘Bosco del Merlo’ al Capotondo e Lodolaio, sotto l’etichetta Cantine Castelvecchi.
Un ristorante che presenta tutti gli elementi di una sfida, di offrire ai fiorentini e ai golosi, tutti gli elementi per assaporare carni tradizionali ed innovative, condotti attraverso un percorso enogastronomico tutto da scoprire.